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Esperta in psicoterapia dell'adulto e dell'età evolutiva,

mi occupo di:

Disturbi Depressivi

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Capitan Newman (1963)

L’alterazione dello stile esperenziale, la conseguente modificazione del mondo inteso come limitazione di possibilità d’azione, i corrispondenti sentimenti di tristezza.e angoscia, l’isolamento come conseguenza della sensazione che nessuna possibilità d’azione possa cambiare lo stato delle cose, il non ruolo dell’altro, il senso di inazione e l’umore irritabile, la sensazione di inadeguatezza personale: sono questi alcuni elementi cardine di questi disturbi. L’umore depresso è presente per la maggior parte del giorno, vi è una marcata diminuzione o perdita di interesse o piacere per le attività della vita quotidiana, significativa perdita o aumento di peso, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotori, faticabilità o mancanza di energia, eccessivi sentimenti di autosvalutazione o di colpa, difficoltà a prendere decisioni, ricorrenti pensieri di morte. Questi sintomi causano marcato disagio e compromettono il funzionamento in diverse aree della vita quotidiana. Comportamenti caratteristici della persona depressa sono l’evitamento, l’isolamento sociale, la riduzione dell’attività sessuale e i tentativi di suicidio.

 

Se a tali vissuti si alternano fasi caratterizzate da un cambiamento evidente e significativo rispetto al comportamento abituale (es.: umore anormalmente e persistentemente elevato, irritabilità, diminuito bisogno di sonno, agitazione psicomotoria) si parla di depressione bipolare.

Disturbi Fobici

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La donna che visse due volte (1958)

L’iperfocalizzazione sugli stati corporei, il prestare attenzione a tutto ciò che attiva l’ansia, crea una correlazione tra la sensibilità agli stati viscerali e corporei e l’intensità dell’esperienza emotiva vissuta come ansiosa. L’ansia diventa patologica (disturbo d’ansia) quando è eccessiva rispetto alla situazione che ci troviamo a fronteggiare, persiste nel tempo e compromette la qualità di vita dell’individuo o quando si manifesta in assenza di uno stimolo pericoloso, come nel caso dell’attacco di panico. Tra i disturbi d’ansia più diffusi troviamo anche il disturbo d’ansia generalizzato (un persistente e diffuso stato di preoccupazione e ansia, eccessivo rispetto alle circostanze, che riguarda numerosi eventi e situazioni), la fobia sociale (una paura eccessiva e spesso invalidante delle situazioni sociali dovuta al timore di dire o fare qualcosa di imbarazzante o che possa causare un giudizio negativo o un rifiuto) e le fobie specifiche (caratterizzate da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a specifici oggetti o situazioni).

Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati

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Io e Annie (1977)

La caratteristica comune a questi disturbi è la rilevanza di sintomi somatici legati a disagio e compromissione significativi. La principale diagnosi di questa classe diagnostica, quella di disturbo da sintomi somatici, dà rilievo a una diagnosi posta in base a sintomi e segni positivi (sintomi somatici che procurano disagio accompagnati da pensieri, sentimenti e comportamenti anomali, e comportamenti adottati in risposta a tali sintomi), piuttosto che all’assenza di una spiegazione medica per tali sintomi somatici.

I principali sono:

  • Disturbo da sintomi somatici

  • Disturbo da ansia di malattia

  • Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali)

  • Disturbo fittizio

Il disturbo di conversione è ad esempio caratterizzato da sintomi autoriferiti di natura prettamente organica (quali cefalea, fibromialgia, disturbi gastrointestinali, colon irritabile, dolori muscolari, acufeni e vertigini, dolore toracico non cardiaco, dermatiti atopiche) che non trovano riscontro negli esami clinici e strumentali e producono un’autentica sofferenza in chi ne è affetto.

 

L’ipocondria è la preoccupazione legata al timore o alla convinzione di avere una grave malattia basata sull’erronea interpretazione di sintomi e funzioni corporee. Un tipico comportamento di chi soffre di questo problema è la continua ricerca di rassicurazioni medico-diagnostiche.

Disturbi dissociativi

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Fight Club (1999)

I disturbi dissociativi sono caratterizzati da una discontinuità nella normale integrazione della coscienza, della memoria, dell’identità, della percezione, della rappresentazione del corpo e del comportamento. I sintomi dissociativi possono potenzialmente compromettere ogni area del funzionamento psicologico.

I disturbi dissociativi principali sono:

  • Il disturbo dissociativo dell'identità

  • L’amnesia dissociativa

  • Il disturbo da depersonalizzazione/ derealizzazione

 

Con il termine depersonalizzazione, nel DSM 5, si descrivono quelle esperienze di irrealtà, distacco, o sensazione di essere un osservatore esterno rispetto al proprio corpo o ai propri pensieri, sentimenti, sensazioni, azioni (ad esempio: alterazioni percettive, senso distorto del tempo, sensazione di un Sé irreale o assente, intorpidimento emotivo e/o fisico).

Per derealizzazione invece, si intendono quelle esperienze di irrealtà o di distacco rispetto a un ambiente (ad esempio, persone o oggetti sono vissuti come irreali, onirici, senza vita o visivamente distorti).

Disturbo ossessivo -

compulsivo

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Qualcosa è cambiato (1997)

Il disturbo ossessivo-compulsivo rappresenta un complesso disturbo caratterizzato da due tipologie di sintomi: le ossessioni e le compulsioni. Le ossessioni sono costituite da pensieri, immagini, impulsi indesiderati, ripetitivi e persistenti che determinano marcata ansia e disagio nel soggetto affetto. Le compulsioni sono invece comportamenti ripetitivi o azioni mentali volte a neutralizzare l’ansia provocata dalle ossessioni. Le ossessioni e le compulsioni rientrano, solitamente, in quattro tipologie principali: paura della contaminazione e compulsioni di pulizia; ossessioni riguardanti il bisogno di simmetria e compulsioni di ripetizione, ordine e conteggio; pensieri proibiti o tabù culturali, religiosi o di altra natura; paura di recare danno a sé o agli altri e compulsioni di controllo. Il disturbo ossessivo-compulsivo compromette in modo marcato la qualità della vita del paziente. La categoria disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati nel DSM-5 comprende anche il disturbo di dismorfismo corporeo (preoccupazione per un supposto difetto nell’aspetto fisico), il disturbo da accumulo (persistente difficoltà di gettare via o separarsi dai propri beni), la tricotillomania (strapparsi capelli o peli) e il disturbo da escoriazione (stuzzicamenti della pelle).

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

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Ragazze interrotte  (1999)

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del corpo. Possono riguardare: restrizioni dell’alimentazione, come nell’anoressia nervosa; alternanza di digiuni ed abbuffate alimentari con ricorrenti condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, quali  il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi e/o diuretici, l’eccessiva attività fisica, come nella bulimia nervosa; alimentazione incontrollata accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo come nel binge-eating disorder.

Disturbi di personalità

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Arancia Meccanica (1971)

I disturbi di personalità solitamente iniziano a diventare evidenti durante la tarda adolescenza o all'inizio dell'età adulta, sebbene talvolta i segni appaiano più presto (durante l'infanzia). Le caratteristiche e i sintomi variano notevolmente nel periodo in cui permangono; molti si risolvono con il tempo.

Il DSM-5 raggruppa i 10 tipi di disturbi di personalità in 3 clusters (A, B, e C), sulla base di caratteristiche simili. 

Il cluster A è caratterizzato dall'apparire strano o eccentrico. Esso comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Paranoide: diffidenza e sospettosità 

  • Schizoide: disinteresse negli altri 

  • Schizotipico: idee e comportamento eccentrici

 

Il cluster B è caratterizzato da comportamenti drammatici, emotivi, o stravaganti. Esso comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Antisociale: irresponsabilità sociale, disprezzo per gli altri, inganno e manipolazione degli altri per guadagno personale 

  • Borderline: intolleranza allo stare soli e disregolazione emozionale 

  • Istrionico: ricerca di attenzioni 

  • Narcisistico: sottostante disregolata e fragile autostima e grandiosità palese 

 

Il cluster C è caratterizzato da comportamenti ansiosi o paurosi. Esso comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Evitante: evitamento del contatto interpersonale dovuto a rifiuto di sensibilità 

  • Dipendente: arrendevolezza e necessità di essere accudito 

  • Ossessivo-compulsivo: perfezionismo, rigidità ed ostinazione

Problemi relazionali e problematiche esistenziali

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One Day (2011)

I rapporti umani (familiari, di coppia, amicali e affiliativi) sono spesso condizionati da significati e aspettative personali che possono portare a interpretazioni fallaci e a non incontrare mai l’altro. Emozioni quali la rabbia, la gelosia, l’inadeguatezza e la vergogna possono condizionare il nostro modo di stare in relazione con gli altri, portandoci a percepire le relazioni come problematiche. In terapia, lavorando sui vissuti attuali e sulla storia dei legami affettivi, è possibile cogliere e dare un senso all’effetto che si genera nell’incontro con l’altro, aprendo così a nuove e più efficaci modalità relazionali.

 

Nell'elenco delle patologia trattate troverete diversi disturbi di cui mi occupo, aggiungo che la mia passione sono le problematiche di tipo esistenziale che non sempre vengono incasellate in una psicopatologia conclamata ma molto spesso riguardano scelte di vita, turning point esistenziali, rapporti umani, sociali, lavorativi, lutti, malattie, problematiche di coppia e/o sessuali. 

Sostegno alla genitorialità e parent training

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Carnage  (2011)

Tutte le immagini sono di proprietà di Mo-net S.r.l.

La nascita di un figlio e la sua crescita è un momento particolarmente delicato che comporta una ridefinizione dell'assetto familiare; ha sui genitori degli inevitabili effetti psicologici, emotivi e sociali.

Il processo che permette il crearsi di un nuovo equilibrio tra ruolo, relazioni, impegni e che favorisce uno sviluppo possibile del ciclo di vita familiare è stato definito resilienza. La possibilità di cedere allo sconforto diviene meno probabile se il peso della situazione viene re-distribuito, la responsabilità suddivisa per ogni ambito di lavoro: da una parte i genitori e i familiari che si occupano della gestione quotidiana del figlio, dall'altra la rete sociale che diviene punto di sostegno dove attingere nuove strategie di coping, dove gli specialisti forniscono competenze, strumenti per riuscire a rendere produttivo il clima familiare, preparando il terreno sul quale costruire la resilienza. 

Sono una Terapista ABA (Applied Behavior Analysis), approccio ad oggi supportato da evidenze scientifiche e misurabili sul piano del trattamento dei disturbi dello spettro autistico, dei ritardi cognitivi, DSA, BES e ADHD e presente nelle linee guida 21 dell’istituto Superiore della  Sanità come trattamento elettivo. Ad oggi questa formazione è per me fondamentale per arricchire i miei percorsi di parent-training e di sostegno alla genitorialità di strategie utili

 alla gestione comportamentale del bambino a scuola, a casa e nei diversi contesti di vita quotidiana.

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